IL RE PALLONE
Di certo
saremo ormai pochi in grado di ricordare certi momenti della nostra infanzia,
pervasa dai recenti avvenimenti nei quali la sorte costrinse d'ufficio la
popolazione tutta. E noi bimbi e grandicelli, per emulazione, come i piccoli
san fare, accettavamo l'eco e ci mettevamo in sintonia con la storia.
"Caricare, puntare,
fuoco!".
Così da bimbi il tempo si
sciupava,
inseguivamo l'onda, un po'
per gioco,
l'onda che nel pensier ci
turbinava.
Erano eroi! Ma chi? da quale
parte?
Eroe chi sparava o chi
moriva?
Il verso dello scoppio e poi
la morte
e il piccolo di turno
s'incupiva.
Echi di guerra, di
sopraffazione,
echi di resistenza alla
sciagura,
racconti da spalmare a
colazione,
sul pasto scarno della
congiuntura.
Teneva banco e ancor lo tenne
appresso,
fin quando le coscienze si
chetaro,
oggi è la storia ad imbastir
processo
ma dove fu l'orror non è più
chiaro.
"Fatti di guerra!"
e la ragion s'arrende,
allor che s'è nemici tutto
vale,
vendetta con rigore e azioni
orrende,
paura di morir per man
rivale.
Così che in guerra tutti sono
eroi:
aneddoti che fan
raccapricciare
che ad ascoltarli giudicar
non puoi,
aneddoti che i cuor fan
palpitare.
Per noi bambini fu una
miniera,
un modo per tenere alta la
cresta,
moschetto in braccio, baionetta
in resta,
parole buffe d'accento oltre
frontiera.
Dei genitor s'udivano i
lamenti
per tanti affetti persi e
senza storia,
ancor teneva banco la memoria
di quel ventennio che umiliò
le menti.
Poi per fortuna tornò il re
pallone,
con il suo seguito di nobili
e giullari,
e presto ci sentimmo
dignitari,
lasciammo l'armi, cedemmo a
un'illusione.
Son più di venti i paesi
d'oltremare
laddove i bimbi imparano a
sparare;
se il cielo li conduce al
nostro porto
diamo loro un pallone ed un
conforto.
Messina 17-10-2018
Bellissima!
RispondiEliminaAmore mio, ti aspettavo da un secolo. Grazie e un abbraccio.
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