CIME SUADENTI
Non è un museo che mi fa
curioso,
non una chiesa per quanto
bella sia,
ma un albero dal tronco
poderoso
un pezzo di natura, una
magia.
Non amo gli ori che coprono
gli altari,
non amo i pizzi vanitosi e
morti,
ma amo lo snodarsi dei filari
dove il pensier fa pareggiar
le sorti.
Amo l’abete, l’acero, il
castagno,
amo il larice, il faggio, la
betulla,
ai loro piedi il cuor vi si
trastulla,
e tutto appare in solitario
sogno.
Amo il silenzio di quel bosco
altero,
amo sottrarmi ad ogni
bisbiglio,
lascio alle cime quel dolce sussurrio
che rende il sogno più
suadente e vero.
Amo il ruscello che si snoda
lento,
amo la goccia che viene giù
dal monte
amo quell’acqua pura e
indifferente
e il mormorio che a decifrar mi
tento.
Amo la quercia, il noce ed il
nocciolo,
amo il profumo del suolo
collinare,
intenso, vario, fragrante da
incantare,
mille colori e creature in volo.
mostra dell’uom che fu e ciò
che era;
vorrei una chiesa aperta e
senza dei
che m’invitasse solo alla
preghiera.
Tono 22-07-2019
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