LA PIAZZA
Un dì una vecchietta sospirava:
non c'era verso, nessun le dava conto,
un passo avanti e poi si ritirava,
quando un omin le si propose accanto.
-Venga con me- le disse, -se ne ha voglia;
attraversiam la strada lentamente,
è l'ora in cui s'affanna tanta gente
per ricomporre in casa la famiglia.-
Ma non è cattiveria è un bisogno,
ognun serebbe me senza disprezzo
se fosse in strada e fuori dal suo mezzo:
si perde il senso chiusi in quello scrigno.-
Portata la vecchietta all'altra sponda,
stringendo la manina ossuta e cheta
s'accorse d'una tal cartamoneta
di taglio buono, dall'aria vagabonda.
-Nonnina, avete perso dei denari,
bisogna stare attenti, è un grosso guaio,
meglio tenerli nel salvadanaio,
anche se oggi son piuttosto rari.-
-No, che non è soldo, è un mattoncino,
da qui nessun potrà portarlo via;
tutte le volte che una bontà s'avvia,
altro matton comparirà vicino.
Quando la piazza cambierà d'aspetto,
e quando il lastricar sarà compiuto,
ognun potrà intaccare il tesoretto
ma sol se in povertà sarà caduto.
Sarà la piazza delle buone cose,
la piazza più civil che si propone;
la mano occulta un cartellon vi pose:
La tua bontà aggiungerà
un mattone.
Son certa che nell'uom l'amor non manca;
se ne motivi il cuor concretamente
perfin le rughe d'una faccia stanca
si stenderanno al sole amabilmente.
Prendi quel soldo, il primo era un esempio,
e attendi il turno tuo con la pazienza
di chi d'amor non sa restare senza.-
Messina 09-06-2019
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