mercoledì 5 giugno 2019

L'ARMATA INCOSCIENTE


L'ARMATA INCOSCIENTE

Del rospo lessi ma dal rospo andai
nella campagna che non scordo mai,
ce n'era sempre uno a sua disdetta
"Eccolo, è lì, non sa cosa l'aspetta!"

Chi canne, chi bastoni, e chi dei sassi,
era un'armata contro il mostro bruno,
fermo si stava e noi a pochi passi,
e l'ombra del nocciol copria ciascuno.

Perchè, mi chiedo oggi, qual vantaggio?
Forse la noia, non certo per coraggio;
quell'essere soffriva ogni confronto,
era contratto ed a morir già pronto.

Forse sentiva l'odore della morte
di cui eravamo pregni oltre misura,
ch'ogni piccin si porta per natura
se a quell'amor nessun gli apre le porte. 

Non era guerra ma un pestaggio forte,
ognuno s'accania come sapeva,
difender l'animal non si poteva:
dell'armi giuste non avea le scorte.

Contenti tornavam senza rimorsi,
cosi sembrava almeno in compagnia,
ognun vantava il colpo e la follia,
e poi c'inoltravam p'altri discorsi.

Io mentirei a dir di pentimento,
quell'epoca non era ancor maestra
a moderar quel tale sentimento.

Messina 05-06-2019
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