BELZEBÙ
filastrocca
C’era una volta
in una casa blù
un uomo con le corna
chiamato Belzebù.
Cattivo e dispettoso,
collerico e scostante
viveva in solitudine
lontano dalla gente.
Un giorno il suo fornaio
gli chiese: -Perché mai
tu che sei tanto ricco
da solo te ne stai?
Conosceresti il mondo
se solo lo volessi,
è proprio qui vicino,
lo trovi a pochi passi.
S’è solo per le corna,
son tanti qui ad averli,
i buoi, i cervi, i gufi,
gli scarebei e i grilli,
è un mondo di cornuti,
ti troveresti bene,
se vuoi ti faccio strada,
che ormai non ho più
pane.-
-Ma come osi verme
paragonarmi a loro!
Quella che vedi a muro
è una targhetta d’oro;
le corna mie ebbi
con tanto di diploma:
con quelle Belzebù
si ornò la chioma.
E con la coda che
un giorno ho avuto in dono,
distruggo tutto ciò che
c’è di buono.
Raduna tutti i bimbi
e portali quassù
che si divertiranno
col grande Belzebù.
A quello più cattivo
le corna donerò
e un cavalier del male ne
farò,
da grande avrà la coda
che porterà nascosta,
e sarà tanto ricco
pur senza farlo apposta.-
Rispose quel fornaio: -Io
pane faccio,
e tutto ciò ch’è mal da me
ricaccio,
trasformo il grano
frutto del buon Dio
con cui nutro la gente e
il corpo mio.
Perfino l’ostia so spianar
sottile,
senza il compenso di quel
soldo vile;
quell’ostia annulla ogni
tua virtù
e sarai sempre e soltanto
un Belzebù.-
D’un tratto un grillo
nero e piccolino,
con due cri-cri
zompò a lor vicino:
-Le nostre corna - criccò
–ci son preziose,
che la natura a suo voler
ci pose;
e senti allor cosa ti dico
adesso:
poiché le corna tue
son solo un triste orpello,
il simbolo del male,
il tuo zimbello,
paragonarti a noi non t’è
concesso.-
E quel cri-cri fu fine
della storia.
Si dice infatti
che il grande Belzebù
da quel mattino
non fu visto più.
Tono 11-09-2019
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